Flora delle Piccole Dolomiti
Recoaro Terme è al centro della Conca di Smeraldo, che evoca nella mente il verde splendente dei prati e delle piante, ed è ai piedi delle Piccole Dolomiti, con grigio puro della roccia, tra cui spiccano fiori unici, come la Primula Recubariensis.
Il croco
Già conosciuto ai tempi dei Greci, è un fiore diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, dall'Asia Minore all'Africa Settentrionale. Il suo nome deriva dal greco kroke, che vuol dire filamento, proprio a rappresentare i lunghi stimmi che caratterizzano il suo fiore.
Omero descrive il talamo nuziale di Giove e Giunone ricoperto di tantissimi fiori tra cui il croco. Per questo motivo, uno dei significati attribuiti al fiore è quello della passione e dell'amore sensuale.
Al tempo dei Romani, il croco veniva posto sulle tombe, in quanto considerato simbolo di speranza per la vita ultraterrena.
Probabilmente, gli antichi conoscevano soltanto il croco da cui si ricava lo zafferano, con il quale preparavano anche filtri d'amore. Soltanto nell'età Vittoriana, al significato, in origine assegnato al fiore e cioè quello di amore appassionato, si iniziò ad affiancare quello di giovinezza spensierata.
La stella alpina
La Stella alpina è senza dubbio la più nota pianta alpina. Considerata il simbolo delle Alpi è spesso ricercata dai turisti anche a rischio della loro incolumità e della scomparsa della specie.
E’ una pianta erbacea eretta, alta 5-20 cm, con una rosetta di foglie basali da cui si dipartono uno o più fusti fittamente pelosi e perciò quasi bianchi. Anche le strette foglie sono bianco-lanuginose, specialmente sulla pagina inferiore, molto meno sulla superiore.
La stella è un’infiorescenza complessa in cui numerosi fiori tubulosi, molto piccoli e verdognoli, sono riuniti in capolini, circondati di squamette brune, che hanno un diametro di circa 5 mm; questi capolini (da 2 a 10) a loro volta sono circondati da foglie fiorali molto pelose e bianche, che sporgono costituendo i raggi della stella.
La Stella alpina cresce sulle Alpi e sull’Appennino ligure nei prati, nei pascoli sassosi e sui dirupi, sempre di natura calcarea, nella zona alpina, fin oltre 3000 m.
La Pianella della Madonna
Il Cypripedium calceolus è senz'altro l'orchidea più affascinante fra tutte quelle che compongono la flora della nostra penisola, purtroppo però è anche la più rara; forse è proprio la sua rarità che le un maggior valore e un raro fascino.
La raccolta incontrollata del gioiello fiorito d'Italia ha causato purtroppo la sua estinzione in molte zone delle Alpi.
Il nome scientifico Cypripedium, tradotto in italiano con Scarpetta di Venere, è composto dalla parola greca Cypros (soprannome di Venere, ma anche usato per indicare una bella signora) e quella latina pedium che significa "dei piedi", "relativo ai piedi"; la traduzione letterale sarebbe quindi "dei piedi di Venere" (o come all'inglese Lady's lipper "pantofola di bella signora"). Il nome specifico "calceolus" è un diminutivo di calceus e quindi scarpetta.
Il colore aureo e la sua lucidità donano al Cypripedium calceolus il titolo di più bella e maestosa orchidea della flora italiana (forse anche europea).
La Genziana
La Genziana (Gentiana) è un genere di piante della famiglia delle Gentianaceae, che comprende circa 400 specie.
Questo genere si trova un po' ovunque nell'habitat alpino delle regioni temperate dell'Asia, dell'Europa e del continente americano. Alcune specie si trovano anche nell'Africa nord-occidentale, nell'Australia orientale ed in Nuova Zelanda. Si tratta di piante annuali, biennali e perenni. Alcune sono sempreverdi, altre no. Sul versante italiano delle Alpi sono presenti diverse specie, che fioriscono durante l'estate. Sono quasi tutte "specie protette". Alcune specie si trovano anche sugli Appennini.
La disposizione delle foglie è opposta.Sono anche presenti foglie che formano una rosetta basale.
I fiori sono a forma di imbuto; il colore è più comunemente azzurro o blu scuro, ma può variare dal bianco, avorio e giallo al rosso. Le specie col fiore di colore blu predominano nell'emisfero settentrionale, quelle col fiore rosso sulle Ande; le specie a fiore bianco sono più rare, ma più frequenti in Nuova Zelanda.
Questi fiori sono più frequentemente pentameri, cioè hanno una corolla formata da 5 petali, e generalmente 5 sepali o 4-7 in alcune specie. Lo stilo è abbastanza corto o assente. L'ovario è quasi sempre sessile e presenta nettarii.
Le genziane crescono su terreni acidi o neutri, ricchi di humus e ben drenati; si possono trovare in luoghi pienamente o parzialmente soleggiati.
Il raponzolo di roccia
Il raponzolo di roccia è uno dei più belli e vistosi ornamenti delle rupi verticali. Le decorative ed inconfondibili infiorescenze sono formate da fiori di colore violetto bruscamenti ristretti verso l'alto. Abita esclusivamente le fessure umide delle pareti rocciose calcaree sulle quali fiorisce tra luglio ed agosto.
Della famiglia delle Valerianaceae, è una pianta perenne alta 8 - 20 cm con fusto striato, debole spesso pendente; foglie glauche, lucide di sopra, le basali con lamina ovale, dentata, le cauline spatolate e dentate; capolino di 4 - 6 cm con 15 - 30 fiori; corolla curva lunga 1,5 - 2 cm viola pallida, più scura verso l'apice e terminante in uno stilo violetto con 2 - 3 stimmi. Luglio - agosto, 500 - 2000 m; in fessure ombrose di rupi.
La Primula Recubariensis
Cresce solo a Recoaro la "Primula Recubariens" una nuova specie scoperta solo nel '97 da Silvio Scortegagna, docente di scienze al liceo scientifico della vicina città di Schio e Filippo Prosser, conservatore del Museo Civico di Rovereto. Dopo attente analisi e confronti, anche con due tra i maggiori esperti in Europa, si è stabilito con certezza che la primula di Recoaro, dai fiori viola, cresce esclusivamente in questa ristretta area di sette chilometri a sud del passo di Campogrosso.