L'elenco dei carri della XX Chiamata di Marzo - L'elenco dei carri della XX Chiamata di Marzo: 41 - 79
Indice articoli
41. MARMO DEL BALTE
di contrada Pretti
42. NAR DRIO LEGNA
di contrada Pretti
Andare a tagliare e raccogliere la legna
43. EL BOROSSO
di contrada Ongaro
Il "borosso" è un tipico strumento dei boscaioli: un carro a 2 ruote con un palo che serviva a comandarlo, utilizzato per trasportare grossi tronchi di legno.
44. PORTEMO LA BORA A BALANSIN
di contrada Resistenza
Il trasporto dei tronchi molto grandi e su terreni accidentati avveniva con la tecnica "a balansis" (dato che il "nace" non poteva essere sfruttato per il percorso impervio): con questa tecnica di corde e pali il peso del tronco ricade sempre in modo equo e proporzionale sulle persone che lo trasportano (da 4 a più persone per ogni tronco).
45. GRASPA FATA IN CASA
di contrada Spanevello
Grappa fatta in casa
46. I CANTASTORIE
del Gruppo Storico Vicolo Mottana
Il gruppo è composto da giovani e giovanissimi, che ripropongono canzoni storiche legate ai temi trattati dal resto del Gruppo Storico Vicolo Mottana.
La presentazione del tema si avvale dell'accompagnamento strumentale ricco e armonioso di fisarmoniche, violini, con due giovanissime violiniste di 10 e 12 anni, flauti, mandolini, cembali, tamburi e chitarre.
Il repertorio comprende canzoni tradizionali degli emigranti, spesso malinconiche e tristi, e canzoni popolari, vivaci e festose, i cui testi e le cui melodie sono stati raccolti e trascritti dagli stessi componenti del gruppo, tramite studi e testimonianze mirate.
Il tutto assume così una rilevante valenza culturale, perché è frutto di ricerche compiute sul territorio che, attraverso la memoria degli anziani, hanno permesso recuperare canzoni che risalgono ai primi anni del 1900.
Tutti i costumi d'epoca indossati dai figuranti sono ricchi e ricercati, come si addice ad un gruppo di artisti: ci sono cappelli a cilindro e i tipici cappellini da donna elaborati e ricchi di piume e preziosi; gli abiti sono riccamente finiti, con pizzi, merletti e pellicce.
Anche le acconciature, il trucco sul viso delle donne, i gioielli e gli accessori sono rigorosamente ricercati e studiati per riproporre in totale armonia lo stile di fine 800 e dei primi del 900.
47. SALUTI DA RECOARO
del Gruppo Storico Vicolo Mottana
Con questo tema vogliamo riproporre, in maniera viva, un’epoca molto importante di Recoaro Terme.
Quattro significative immagini del nostro Centro Termale e delle Fonti Staccate fungono da elegante sfondo, ed un bellissimo gruppo di persone sembra animare queste illustrazioni. Le persone che vediamo sfilare sono elegantemente vestite, con abiti ricercati, cappelli, gioielli d’epoca e riportano gli spettatori ad un tempo passato, non molto lontano, che tutti ricordano con nostalgia, per la bellezza e la vita animata della nostra cittadina.
Recoaro Terme è ricca di bellezze che molti ci invidiano e che noi dobbiamo imparare ad apprezzare e valutare di più. Lo stimolo per tutti è di cercare in questa evoluzione, di continuare qualcosa che già esisteva prima di noi. Lo si può fare solo riscoprendo le radici nelle quali affonda la nostra vita presente: natura, acqua, aria pulita, accoglienza e turismo.
48. BOCE E MONEGHE
del Gruppo Storico Vicolo Mottana
Bimbi e suore
Nel 1846 fu costruito dal Governo Austriaco un edificio denominato Asilo di Carità, che venne adibito, dal 1860, al ricovero gratuito di alcuni poveri provenienti dalle province venete.
Nel 1871, il Ministero dell'Interno autorizzò l'istituzione dell'Asilo Infantile di Recoaro Terme, affidato alla congregazione delle Suore della Carità, che nel 1887 iniziarono l'opera di educazione e di formazione dei bambini.
Le religiose, oltre all'educazione dell'infanzia, si occupavano anche di quella di tutte le fanciulle, alle quali, tra l'altro, venivano insegnate materie quali il ricamo, la maglieria e il centro ricreativo di drammatizzazione.
Nel periodo 1915-1918 l'Asilo svolse la funzione di infermeria dove venivano accolti i feriti provenienti dal vicino fronte del Monte Pasubio, distante appena una dozzina di chilometri.
Nel 1932 e per molti anni successivi, nell'asilo furono accolte le orfanelle, che venivano tolte dalla miseria e dalla strada.
La presenza nell'asilo recoarese delle Suore della Carità è stata costante fino a pochi anni fa.
49. LA SEGGIOVIA
di contrada Rivelunghe
50. SIADORI E RAMPEGADORI
del Gruppo Piccole Dolomiti
Sciatori e arrampicatori
51. XE RIVA' EL TELEFONO - POSA DE LA LINEA
di contrada Mus-ci
E' arrivato il telefono - la posta della linea
52. I LAVORAVA N'TEI CAMPI
di contrada Facchini
Lavoravano nei campi
53. BIGOLI COL TORCIO
di contrada Luna
Il "torcio" è uno strumento tipico e antico, con cui veniva trafilata la posta in forma di grossi spaghetti, chiamati "bigoli".
54. LA STORIA DEL BRIGANTE MASTRILI
di contrada Marchi
55. COME SE NAVA A CATAR LE CASTAGNE PAR EL MAS-CIO
di contrada Marchi
Come si andava a raccogliere le castagne per il maiale
56. CIOCHE CHE CIOCA
di contrada Casare
Vogliamo con il nostro Gruppo mostrare il forte legame che unisce la tradizione del "Ciamar marso" con la"cioca" ed il suo suono, inconfondibile come una melodia che sa farsi sentire da lontano, nel tempo come nello spazio.
Da sempre, infatti, lo scampanio delle "cioche" accompagna la vita e il lavoro dei montanari.
E non soltanto il malgaro, ma anche tutta la gente della montagna, durante le stagioni del pascolo edella transumanza, ha confidenza con la "musica" festosa delle cioche appese al collo delle mucche, specialmente di quelle più spavalde e propense ad andarsene in giro allontanandosi dal resto della mandria.
Un sottofondo gioioso, antico e rassicurante, che si diffonde e riecheggia fra le rocce e il ripetersi delle abitudini quotidiane, addolcendo un poco la dura fatica del lavoro,e scandendo il trascorrere delle giornate passate in compagnia del bestiame.
La mucca, preziosa risorsa economica che occorre conoscere bene e seguire con cura, chiamandola per nome, salvaguardandola in tutti i modi, recuperandola proprio grazie al richiamo delle cioche quando rischia di perdersi.
La mucca, che fornisce il supporto alimentare fondamentale per il sostentamento di molte famiglie e per le attività legate al piccolo commercio caseario. La mucca, tranquilla "compagna" del tempo in contrada, nel pascolo o nella malga.
57. I SPASACAMIN
di contrada Piazza Rovegliana
Gli spazzacamini
58. FRATE MENDICANTE
di contrada Le Laite
Molti anni fa c'era un fraticello che girava per il paese con il suo sacco di iuta, per chiedere l'elemosina: tutti lo conoscevano ed è da allora un personaggio tipico che viene ricordato nei racconti e nelle memorie.
59. LE BAMBOLE DE PESSA
di contrada Griffani
Le bambole di stoffa
60. VACA MORA
di contrada Giara
Rappresentazione del convoglio a vapore di una volta. La locomotiva quando transitava all'interno di una galleria si riempiva di fumo che usciva dalla ciminiera. Il fumo nero formava due lunghe scie che davano al convoglio l'aspetto di una mucca nera con le corna.
61. ORCO E ORCHETO
di contrada Val de l'Orco
Rappresentazione dei personaggi leggendari e protagonisti delle storie che gli anziani raccontavano ai bambini.
La figura dell'Orco veniva utilizzata per spaventare i bambini poco ubbidienti.
62. DUGARE IN CORTE
di contrada Val de l'Orco
Giocare nel cortile
Con "Dugare in Corte" si vogliono rappresentare i giochi semplici di una volta, quando per divertirsi bastava poco: campanon, corde, serci, sacchi (per una gara di salto...) qualche dondolo, per i più fortunati "baloni" e bambole rigorosamente fatti con vecchi stracci... anche il salto al "marelo de fen" era un grande divertimento per i bambini. Le fionde rappresentavano un passatempo interessante.
Qualche rara bicicletta in legno, sempre in legno "careti" e fucili.
D'inverno si andava a "bogare" con le "scaliere". Anche i "veci" si divertivano a giocare a carte, accompagnanti da qualche bicchiere di vino.
63. EL FORNARO
di contrada Val de l'Orco
Il fornaio
64. LA LISSIA
di contrada Val de l'Orco
La “lissia” era il lavaggio della biancheria effettuato con la “broda”. Si metteva la biancheria in un recipiente in legno “brenta”, nel “parol” si faceva bollire l’acqua con la cenere, questa “broda” bollente si versava sulla biancheria, filtrandola con un “tamiso”. Dopo il tempo necessario, si toglieva la biancheria e si andava alla fontana a “resentar”. Il risciacquo doveva avvenire con acqua pulita, per questo, prima di cominciare la ”liscia” si pulivano le vasche della fontana. Si toglieva nella parte bassa della vasca “el cocon” per fa uscire tutta l’acqua, si pulivano le pareti, togliendo muschio ed altro e poi si tappava la vasca rimettendo “el cocon”.
65. EL RACOLTO DEI BUSCHI E PRA'
di contrada Parente
Il raccolto dei boschi e dei prati
66. EL MOTOCARO DEL VIGILOTO
di contrada Bella Venezia
Il motocarro di Camposilvan (soprannominato "el Vigiloto")
67. EL SENSARO
di contrada Bruni
Il procacciatore d'affari e mediatore
68. I MAGNARI DE NA VOLTA - I GNOCHI DE PETATE
di contrada Frizzi di Sopra
I mangiari di una volta - gli gnocchi con le patate
69. LA CUSINA DEI NONI
di contrada Bonomini
La cucina dei nonni
70. EL MARCA' DE LA DOMENEGA
di contrada Gattera di Sotto
Il mercato della domenica
71. LA SCOLA DE STI ANI
di contrada Castello
La scuola di una volta
72. L'UFFICIO DEL TELEFONO
di contrada Mus-ci
73. CROCE ROSSA A RECOARO
del Gruppo Storico Vicolo Mottana
Durante la prima Guerra Mondiale, a Recoaro entrarono in funzione quattro ospedali da campo: uno all’albergo Giorgetti alle fonti, un altro presso lo stabilimento idropinico militare, un terzo al Trettenero e l’ultimo al Varese. Nacquero numerosi accampamenti militari, negli immediati dintorni dell’abitato, e a supporto delle strutture sanitarie, sorsero quindi accampamenti e tende adibite a posto di medicazione e accoglienza dei feriti, chiamate tende di medicheria. Un gran numero di feriti e mutilati, soprattutto dalle zone dei più aspri combattimenti, come il monte Pasubio, il Novegno e la Vallarsa, vi affluivano in continuazione. A prestare opera di assistenza, vi era un folto gruppo di Crocerossine, alcune anche di Recoaro. Secondo un rapporto ufficiale in una sola notte la popolazione del centro accolse, nel 1916, oltre 11.000 soldati.
Così il recoarese Dario Pozza, allora quattordicenne, descrive quegli anni nelle sue memorie:
“Arrivano i soldati. La nostra casa è per tutta la guerra sede di comandi. Per primo il battaglione Vicenza del 6° Alpini, seguono i battaglioni Cervino, Aosta, Val Toce del 4° Alpini. Segue la brigata Liguria, 157° e 158° Fanteria, tutti combattono sul Pasubio da eroi. Intanto negli anni 1915, 1916, 1917, 1918, forestieri niente. Tutte le nostre case sono adibite ad alloggi per le truppe che vanno al fronte e che tornano dal fronte, per riposarsi e per sostituire i morti dei vari Reggimenti. L’albergo Varese viene sistemato a ospedale militare, così pure l’albergo Trettenero e così anche lo Stabilimento militare (ora scuole comunali). Intanto a Recoaro arriva il Genio militare e il Genio civile. Tutti siamo mobilitati per il lavoro dai 15 ai 60 anni, anche le donne…”.
74. EL MISTRO
di contrada Val de l'Orco
Il "mistro" era un ambulante che riparava le pentole e gli attrezzi di rame utilizzati nelle cucine, passando di famiglia in famiglia.
75. CARATTERI MOBILI, ANTICA ARTE DE LA STAMPA
di contrada Capitello
Caratteri mobili, antica arte della stampa
76. OSTERIA SAN MARCO
di contrada Rovegliana
77. OSTERIA LA FRASCA
di contrada Cischele
78. OSTERIA DAL TRACANELA
di contrada Piazza Dolomiti
79. EL CASOTO DE LA FRITOLA
di contrada Sberar
La bancarella della frittella